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    Home » Ultimatum di Trump ad Hamas: ‘Liberi tutti gli ostaggi o sarà l’inferno’ – Notizie
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    Ultimatum di Trump ad Hamas: ‘Liberi tutti gli ostaggi o sarà l’inferno’ – Notizie

    adminBy adminMarzo 6, 2025Nessun commento
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    Donald Trump ha dato “l’ultimo avvertimento” ad Hamas perchè liberi subito tutti gli ostaggi e restituisca immediatamente tutti i cadaveri delle persone che ha assassinato, altrimenti – ha minacciato – “ci sarà l’inferno da pagare più tardi!”.

    “‘Shalom Hamas’ – scrive su Truth il presidente Usa – significa ciao e arrivederci. Potete scegliere. Rilasciate tutti gli ostaggi ora, non più tardi, e restituite immediatamente tutti i corpi di coloro che avete assassinato, o per voi è finita. Solo le persone malate e contorte conservano i corpi, e voi siete malati e contorti!”. “Sto inviando a Israele – prosegue – tutto ciò di cui ha bisogno per finire il lavoro, nessun membro di Hamas sarà al sicuro se non farete come dico. Ho appena incontrato i vostri ex ostaggi le cui vite avete distrutto. Questo è l’ultimo avvertimento!”

    “Per la leadership – di Hamas – ora è il momento di lasciare Gaza, finché avete ancora una possibilità. Inoltre, dico al popolo di Gaza: un futuro meraviglioso ti attende, ma non se tieni degli ostaggi. Se lo fai, sei morto! Prendi una decisione intelligente. Rilascia gli ostaggi ora, o ci sarà l’inferno da pagare più tardi!” ha scritto sempre Trump su Truth.

    Il punto alle ore 23
    (di Laurence Fig to Talamanca)

    Aveva promesso “l’inferno” a Gaza se Hamas non avesse liberato gli ostaggi prima del suo insediamento alla Casa Bianca. Un mese e mezzo dopo l’amministrazione di Donald Trump sta trattando direttamente con la fazione islamica palestinese per il rilascio degli ostaggi, in particolare quelli americani, e per raggiungere un accordo più ampio che metta fine alla guerra con Israele.

    La mossa, confermata da Washington dopo le anticipazioni di Axios, non ha precedenti: gli Stati Uniti hanno designato Hamas come organizzazione terroristica nel 1997 e non hanno mai trattato con il movimento in maniera diretta, pur facendo parte, al fianco di Qatar ed Egitto, dei Paesi mediatori che hanno lavorato ai due cessate il fuoco raggiunti in 16 mesi di guerra. “Israele ne è al corrente”, ha sottolineato la portavoce della Casa Bianca Karoline Leavitt, e lo Stato ebraico ha confermato di essere stato consultato.

    Secondo il sito di informazione americano, che cita due fonti, l’inviato di Trump per gli ostaggi, Adam Beohler, avrebbe incontrato funzionari di Hamas a Doha nelle ultime settimane, mentre sono ancora in salita i colloqui per prolungare la tregua e per avviare la seconda fase dell’intesa raggiunta a fatica a gennaio. Anche l’inviato per il Medio Oriente, Steve Witkoff, doveva recarsi in Qatar questa settimana per incontrare il primo ministro Mohammed bin Abdulrahman Al Thani, ma ha annullato il viaggio dopo aver constatato che non c’erano progressi nelle trattive. Trump ha già dimostrato, anche in altri scenari, di non amare i tempi lunghi della diplomazia e di essere impaziente di arrivare a soluzioni tangibili senza tanti intermediari.

    Da qui, probabilmente, la volontà di parlare direttamente con Hamas, in particolare sulla sorte dei 5 ostaggi americani ancora trattenuti a Gaza, tra cui – ricorda Axios – il ventunenne Edan Alexander che si ritiene sia ancora in vita. Ma anche per accelerare sulla fine della guerra con Israele e dare il via al suo progetto per la Striscia.

    Alla Casa Bianca non convince infatti il piano arabo, alternativo alla ‘Riviera’ di Trump, proposto dall’Egitto e approvato dalla Lega araba, che prevede sì la smobilitazione di Hamas da Gaza – come esige anche Trump – ma respinge ogni tentativo “atroce” di deportare la popolazione palestinese. “Il presidente accoglie con favore il contributo dei nostri partner arabi. È chiaro che le sue proposte li abbiano spinti a sedersi al tavolo”, ha commentato il portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale, Brian Hughes. Tuttavia, la proposta egiziana “non affronta la realtà che Gaza è attualmente inabitabile e i residenti non possono vivere umanamente in un territorio coperto di detriti e ordigni inesplosi”. In sostanza, ribadiscono gli Usa, i palestinesi dovranno andarsene. Intanto in Israele, che ha dato l’ultimo saluto all’ostaggio franco-israeliano Ohad Yahalomi il cui corpo è stato restituito a fine febbraio, si è tenuto il cambio della guardia al vertice dello stato maggiore.

    “La missione contro Hamas non è finita, guiderò l’Idf alla vittoria” e “ripoterò tutti i rapiti a casa”, ha affermato il generale Eyal Zamir che ha avvicendato Herzi Halevi. Quest’ultimo, che ha più volte ammesso “il fallimento” del 7 ottobre assumendosene la responsabilità, è tornato a insistere sull’istituzione una commissione di inchiesta nazionale sull’attacco di Hamas, considerata “necessaria e vitale”. L’idea è sostenuta anche dal presidente Isaac Herzog “per evitare altri disastri in futuro”, ma è osteggiata dal premier Benyamin Netanyahu che teme un “processo” contro di lui.

    Riproduzione riservata © Copyright ANSA



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