Il “ponte” italiano riunisce Usa e Ue a un tavolo tondo bianco per circa un’ora a Palazzo Chigi. In mezzo Giorgia Meloni, alla sua destra JD Vance, alla sinistra Ursula von der Leyen: è “l’inizio di un dialogo” che le parti vogliono porti a un accordo commerciale tra Washington e Bruxelles dopo la crisi dei dazi. C’è anche il segretario di Stato Usa Marco Rubio. Non Donald Trump, ma a Palazzo Chigi tagliano corto, “è come se…”.
Meloni ha avuto sabato un colloquio telefonico con il presidente degli Stati Uniti Donald Trump, incentrato sull’Ucraina e i rapporti fra Usa e Ue su questa questione e altri temi. Lo confermano fonti qualificate. Il colloquio, a quanto si apprende, è stato anche in vista della telefonata che lo stesso Trump ha annunciato per lunedì con il presidente russo Vladimir Putin.
“Altro che pontiera: domani i leader europei si sentiranno con Trump per un percorso vero di pace giusta e l’Italia non ci sarà”. Elly Schlein, segretaria dem, a ‘Che tempo che fa’ su la Nove ridimensiona il risultato diplomatico di oggi della premier Giorgia Meloni nel trilaterale a Palazzo Chigi con DJ Vance e Ursula von del Leyen, dove il numero due della Casa Bianca ha definito la premier “una buona amica” e “un costruttore di ponti fra Europa e Stati Uniti”. “L’Europa deve trovare la sua strada per la pace – ha aggiunto la Schlein – e l’Italia ha perso il treno”.
A un mese dalla visita alla Casa Bianca in cui aveva invitato il presidente americano in Italia con l’idea di un vertice Usa-Ue, la premier confeziona un colpo diplomatico di cui non nasconde di essere molto contenta. E’ “orgogliosa di questo passo in avanti per l’unità dell’Occidente”. In giorni di veleni con Parigi e polemiche con le opposizioni che accusano il governo di isolamento sulla scena internazionale.
Matteo Renzi la esorta a “tornare al tavolo che conta”, quello sull’Ucraina in cui “Macron, Merz e Starmer parlano con Trump” prima del contatto fra il presidente americano con Vladimir Putin. Ma la nuova esclusione dalla call attesa dai leader della coalizione dei Volenterosi non rovina quella che la premier definisce una “giornata perfetta”, non solo perché “perfetta” è stata l’organizzazione dell’insediamento del Papa, per cui ringrazia tutti quelli che vi hanno lavorato.
Con alle spalle il Tricolore fra la bandiera americana e quella europea, la premier accoglie a Chigi gli ospiti esprimendo “l’orgoglio” di poter ospitare “due dei leader di Ue e Usa per iniziare un dialogo”, con la speranza che dall’incontro nasca “un nuovo inizio”. I “problemi da superare” sono sul tavolo, ammette anche Meloni a inizio incontro, ma “le relazioni tra Europa e Stati Uniti sono fondamentali nell’ambito di un Occidente che vuole mantenere la sua unità, la sua forza, e deve essere ancora in grado di disegnare la rotta”. E alla fine sottolinea che il confronto è stato “costruttivo”. La sua tesi è da sempre che parlarsi alla fine fa metà del lavoro.
Fonti qualificate definiscono il clima “ottimo” e raccontano di “sintonia su tutti i dossier”. Ora sul fronte europeo il negoziato è nelle mani della Commissione, che ha la competenza sulla materia commerciale. A inizio luglio scadono i tre mesi di sospensione dei dazi e quello è l’orizzonte per un’intesa.
Due occasioni hanno assistito la ricucitura diplomatica a cui ha lavorato Meloni. Nel giorno del funerale di Francesco, il 26 aprile, Trump e von der Leyen si sono scambiati poche parole e una stretta di mano sul sagrato di San Pietro, e Meloni ha ricevuto Vance a Palazzo Chigi, lanciando il messaggio che per avviare un negoziato con il presidente Usa bisogna avere rapporti diretti. Ora l’insediamento del nuovo papa, Leone XIV, che ha riportato a Roma tanti leader. Washington e Bruxelles hanno accolto l’invito di Palazzo Chigi. Il “trilaterale” va in scena nel salottino del presidente, “incentrato sulle relazioni tra l’Unione europea e gli Stati Uniti” e “sulle principali questioni all’ordine del giorno dell’agenda internazionale”.
Video Ue-Usa, trilaterale Meloni-Vance-von der Leyen a Palazzo Chigi
Sull’Ucrainavon der Leyen ringrazia Vance (“Ci siamo visti a Parigi, è bello rivederti a Roma”) per l’impegno a fermare il conflitto e arrivare a una “pace giusta e duratura” per Kiev, e riconosce che gli europei devono “aumentare gli investimenti sulla difesa”. Si parla, però, soprattutto di dazi, dopo la sospensione delle tariffe e settimane dedicate dai rispettivi tecnici ad approfondire lo scambio di documenti sul dossier commerciale. “Nei dettagli – sottolinea la presidente dell’esecutivo Ue -, perché il diavolo sta nei dettagli: vogliamo avere un buon accordo per entrambi. Siamo fiduciosi che ci riusciremo”.
Identico l’obiettivo dichiarato da Vance, che spera “sia l’inizio di negoziati per vantaggi commerciali a lungo termine tra Usa e Ue”. Lui e Trump, spiega, sono stati “contenti di accettare” l’offerta di Meloni di “costruire ponti fra Europa e Stati Uniti”. E sono “fan della premier e dell’Italia”. Meloni “é una buona amica” .Le prossime settimane diranno quanto sia effettivamente lontana o vicina la possibilità di raggiungere un accordo che, diceva Trump un mese fa ospitando Meloni nello Studio Ovale, “si farà al 100%”.
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