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Smettere di utilizzare i dati personali indiscriminatamente per indirizzare gli annunci.
Questo, in sintesi, il messaggio della Corte di Giustizia Ue. Venerdì il tribunale è intervenuto contro l’utilizzo dei dati personali da parte dei social media per scopi pubblicitari.
Quando avviene “senza limiti di tempo e senza differenziazione tra i tipi di dati”, è contrario al Regolamento generale sulla protezione dei dati (GDPR) dell’UE. Lo conferma il tribunale secondo l’agenzia di stampa tedesca dpa.
Il caso specifico è stato portato avanti dall’attivista austriaco per la protezione dei dati Max Schrems.
In precedenza ha vinto due importanti cause legali contro Facebook che hanno avuto un impatto sull’utilizzo dei dati.
Nel caso in esame Schrems si è rivolto ad un tribunale austriaco. L’obiettivo era impedire la gestione delle sue informazioni personali da parte di Facebook.
La situazione è nata dopo che Schrems ha parlato pubblicamente della sua omosessualità. Si è lamentato del fatto che Facebook abbia utilizzato le informazioni, tra le altre cose, per annunci mirati a lui personalmente.
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