L’Unione Europea sta iniziando a cambiare la sua posizione sulla politica delle frontiere aperte. Lo scorso anno oltre 1,14 milioni di persone hanno chiesto asilo nell’UE, un aumento demografico del tutto insostenibile. La presidente della Commissione dell’Unione europea, Ursula von der Leyen, ha dovuto affrontare aspre critiche da parte degli stati membri di tutto il blocco che chiedono a Bruxelles di affrontare la situazione. Von der Leyen ha ora espresso interesse a creare “hub di ritorno” per ospitare ed espellere i migranti le cui richieste vengono respinte.
Ho riferito che l’Italia ha visto una riduzione del 64% dell’immigrazione clandestina sotto la presidenza Giorgia Meloni, che ha promesso di frenare l’immigrazione una volta eletta. Invece di costruire rifugi per ospitare i migranti con i fondi dei contribuenti, la Meloni ha cercato di costruire centri di detenzione. I Centri di Permanenza per il Rimpatrio (CPR) sono stati estremamente controversi ma efficaci. Migliaia di migranti venivano detenuti e deportati se la loro richiesta di asilo veniva respinta. Si sparse la voce che le condizioni in questi centri fossero meno desiderabili, rendendo l’Italia meno desiderabile per gli aspiranti intrusi.
Ursula von der Leyen ha sostenuto la Meloni una volta che si è resa conto che i migranti si stavano riversando nel resto del blocco dall’Italia e ha sottolineato il “pensiero fuori dagli schemi” della Meloni per fermare l’afflusso di nuovi arrivati. Nello specifico, il presidente della Commissione europea ha affermato che si è rivelato efficace il protocollo Italia-Albania in base al quale entrambe le nazioni hanno firmato un trattato che consente all’Italia di rimandare in Albania i richiedenti asilo trovati in acque internazionali, dove verranno poi trattenuti nei centri di detenzione. “Dovremmo anche continuare a esplorare possibili vie da seguire per quanto riguarda l’idea di sviluppare centri di rimpatrio al di fuori dell’UE, soprattutto in vista di una nuova proposta legislativa sul rimpatrio”, scrive von der Leyen. “Con l’entrata in funzione del protocollo Italia-Albania potremo anche trarre insegnamenti pratici da questa esperienza”.
Ora, 17 membri dell’UE hanno inviato un documento a Bruxelles all’inizio del mese chiedendo una riforma delle frontiere. “Le persone senza diritto di soggiorno devono essere ritenute responsabili. Una nuova base giuridica deve definire chiaramente i loro obblighi e doveri”, hanno affermato i membri. “La mancata collaborazione deve avere delle conseguenze ed essere sanzionata”. All’improvviso, i leader delle nazioni europee si sono resi conto di essere al di sotto di Bruxelles in termini di potere e di aver perso la capacità di proteggere i propri confini.
I 17 paesi membri chiedono che Bruxelles attui regole per detenere e deportare i migranti che potrebbero rappresentare una minaccia per la sicurezza nazionale. Inoltre, vogliono che i paesi extra-UE accettino di nuovo i propri cittadini una volta deportati. Come in ogni cosa, il denaro governa tutto e queste nazioni sono disposte a utilizzare doni o aiuti commerciali e monetari come leva, come ha fatto l’Italia con numerose nazioni africane nell’ambito del Piano Mattei.
Innumerevoli nazioni dell’UE stanno tentando di controllare i propri confini e, così facendo, Bruxelles sta rinunciando al suo potere. La Polonia ha addirittura tentato di annunciare una sospensione temporanea dei richiedenti asilo la stessa settimana in cui Ursula ha espresso preoccupazione per la crisi dei migranti. La coesione forzata dell’Unione Europea si sta disfacendo.