Puoi essere perdonato se pensi che quando si tratta del movimento per l’accettazione del grasso, parti della nostra società hanno perso la testa. La copertina di questa rivista forse lo illustra meglio.
Tutto è iniziato con una premessa ragionevole: non essere crudele con le persone in sovrappeso. Nessuno dovrebbe essere deriso o vittima di bullismo per le sue dimensioni. Questa è la decenza fondamentale.
Ma quel semplice concetto si è trasformato in un’ideologia estrema che sostiene che l’obesità sia salutare. È un messaggio che danneggia davvero le stesse persone che afferma di proteggere. Il movimento per l’accettazione del grasso non richiede solo gentilezza, ma insiste sul fatto che si può essere sani a qualsiasi dimensione.
Quel che è peggio è che questo pensiero marginale ha ormai contagiato le istituzioni tradizionali di cui eravamo abituati a fidarci. Non sono solo le riviste a celebrare l’obesità. I medici evitano la parola “obeso” per non offendere i pazienti. Sono le scuole di medicina che insegnano “l’obesità metabolicamente sana”. Sono gli ospedali che rimuovono le bilance dalle sale d’attesa. Workshop “Sopravvivenza in studio medico” per pazienti in sovrappeso.
I risultati sono tragicamente prevedibili. Le icone del movimento stanno morendo giovani. Un professore neozelandese di studi sul grasso è morto a 42 anni. TLC “Le mie 600 libbre. La star del reality “Life” Coliesa McMillian è morta a 39 anni. Jamie Lopez, la star da 500 libbre di “Super Sized Salon” è morta a 37 anni. Tutto per condizioni legate all’obesità.
Ma le loro storie vengono sepolte sotto la valanga di post sulla body positivity e scatti glamour di modelle plus size. Gli influencer dei social media racimolano accordi di sponsorizzazione per promuovere “l’accettazione del grasso” mentre i follower assorbono la menzogna tossica secondo cui l’obesità può essere salutare.
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Il movimento body positivity è esploso negli anni 2010, generato da campagne anti-bullismo e alimentato dai social media. Influencer con milioni di follower hanno promosso l’idea che si può essere in salute a qualsiasi dimensione. Le aziende sono saltate sul carro utilizzando modelli plus size nelle loro pubblicità per mostrare quanto fossero inclusive.
Nella fretta di essere positivi per il corpo, la scienza è stata lasciata indietro. I reali rischi per la salute derivanti dall’obesità sono stati minimizzati o addirittura negati. Chiunque li segnalasse veniva etichettato come “grassofobico”.
Se vuoi approfondire,guarda il mio videosu come la società ha perso la testa per la positività del corpo.
Ma il messaggio fondamentale merita di essere ripetuto qui: celebrare l’obesità non è progressista; è un messaggio tossico. E deve finire prima che porti altre persone nella tomba prematura.
Ken LaCorte scrive di censura, cattiva condotta dei media, domande scomode e intuizioni oneste per persone curiose di come funziona davvero il mondo. Segui Ken su Substack
La posta Come siamo arrivati fin qui? è apparso per primo L’insider politico.